Il giusto tono di voce fa di un brand un amico!
Riflettiamoci un istante: come ci sentiamo di fronte a un modo di comunicare che non ci rappresenta? Troppo sterile, troppo aulico, troppo informale: che sensazioni ci lascia un modo di esprimersi distante da noi? Ti rispondo subito: i contenuti in cui fatichiamo a identificarci, quelli coi quali ci è impossibile stabilire un legame emotivo, li abbandoniamo. È così che funziona. La distanza fra noi e quei messaggi così lontani dal nostro modo di essere e di parlare è inversamente proporzionale al tempo di lettura che vogliamo dedicare loro.
Un manager sulla cinquantina non comunica come uno studente universitario, concordi? Questo esempio banalissimo dovrebbe dirla lunga sull’importanza del giusto tono di voce dei contenuti che realizziamo ogni giorno… Il modo di esprimersi deve emozionare il pubblico di riferimento dell’azienda riflettendo la sua identità. Per riuscirci, occorre utilizzare un linguaggio a immagine e somiglianza delle persone (o meglio, delle buyer personas!) e attenersi agli obiettivi comunicativi stabiliti. Servono empatia, identità, coerenza.
Buyer personas + linguaggio (scelta delle parole, eventuale uso di un gergo specifico, ecc.) + obiettivi di comunicazione = tono di voce
Possiamo vederla anche così: il tono di voce adatto al nostro pubblico-target trasforma un brand in un amico in cui riconoscersi, di cui fidarsi e su cui poter contare.
Piccola parentesi: cosa sono le buyer personas.
Le buyer personas rappresentano i quattro o cinque destinatari-tipo di un prodotto o servizio. Tanto per capirci meglio, sono i clienti ideali.
Conoscere le buyer personas, e utilizzare il tono di voce a loro più congeniale, significa amplificare l’efficacia dei messaggi aziendali. Ecco perché sono importanti nel caso di una comunicazione finalizzata alla vendita. Per identificare le buyer personas è necessario analizzare il mercato di riferimento e studiare attentamente i dati raccolti. Parte delle loro caratteristiche, dunque, deriva dall’analisi di quanto raccolto ed esaminato. La restante parte (ad esempio il nome, lo stato civile, il numero di figli, ecc.) è frutto di un po’ di sana fantasia.
La scelta delle parole e il senso di appartenenza.
Comunicare in base a un preciso tono di voce è un modo intelligente per distinguersi dagli altri. Professionisti come Salvatore Aranzulla ne sono un esempio lampante: il suo modo di rivolgersi al pubblico, e di divulgare, è semplice, chiaro, colloquiale. Si ha la sensazione di essergli amici. Se non ci credi, dai un’occhiata ai suoi articoli e verifica di persona quello che ti ho appena detto. Il tono di voce di Aranzulla è un marchio di fabbrica che ha contribuito alla nascita e al consolidamento della sua community. Le persone lo seguono anche perché si riconoscono in quel linguaggio e in quel gergo.
È un dato di fatto: il tono di voce corretto raggruppa persone che si identificano in quel modo di comunicare. In quella community si sentono “a casa”. Va da sé che finiscano col fidarsi, col fidelizzarsi e con lo stabilire un legame emotivo col professionista o l’azienda.
E tu? Stai parlando al tuo pubblico nel modo giusto?
Come rispondi a questa domanda? Ti stai rivolendo al tuo target nel modo corretto? Riesci a stabilire un legame attraverso le parole e il linguaggio? I contenuti che pubblichi si dimostrano coerenti con i tuoi obiettivi?
Possiamo aiutarti a rispondere a queste domande, ad accorciare le distanze fra te / la tua azienda e coloro ai quali ti stai rivolgendo, e ad aumentare l’efficacia dei tuoi messaggi. Parliamone a quattr’occhi, contattaci.